Miss Spears la conosciamo un po' tutti: tra balli da lolita acqua e sapone, grossi rettili sullo stage, paparazzi imbestialiti e teste rasate, Britney ha contentato le tasche, le menti, gli animi e gli archivi (non solo discografici) di parecchia gente. Difficile, se non impossibile, notare, sperduta tra valanghe di servizi scandalistici e immagini raccapriccianti, una sua nuova fatica musicale.
L'ultima in analisi, Femme Fatale, viene alla luce dopo tre anni dall'epopea Circus - Blackout che, oltre a terminare definitivamente un periodaccio imbarazzante (corto circuito, appunto, tra feste e fasti), ha permesso il ritorno in auge del Britney - style, composto da singolazzi ass - moving, tali Womanizer e Gimme More, videoclip ammiccanti, concerti ultra scenografici (sebbene carenti dell'elemento basic, ossia le performance live) e, naturalmente, vendite ragguardevoli.
Carta che vince non si getta: è forse questo il motto dirompente del nuovo parto (musicale) spearsiano, Femme Fatale: un club smasher, vero e proprio miscuglio danzereccio pompato all'ennesima potenza, roba da far muovere il deretano anche ai reduci dell'ultima guerra. Eh, sì. Brit ritorna sul luogo del delitto preferito, la pista da ballo, e lo fa destreggiandosi con i truzzo - produttori più in voga: Max Martin, Dr. Luke, Stargate e l'instancabile will.i.am (che ormai risulta più tamarro dei tecktonici nostrani). Anche l'ex bambolina della Louisiana si piega a questa tendenza elettrodance che a più riprese sembra affievolirsi per poi ripartire alla grande con le nuove uscite (vedi Born This Way di Lady GaGa e On The Floor della pre-menopausa J Lo.). L'attuale trend cerca di spiegare l'avanzata dirompente della Ellettro - Dance con una sorta di "velleità liberatoria" dell'uomo contemporaneo, stanco, sfinito e demoralizzato dalla routine, il quale trova in pista e con l'ausilio dell'amico Dj la personale via di fuga dallo stress (opinione che rispecchia quasi perfettamente le lyrics di molte club hits). Della serie: balla che ti passa. Una valida alternativa agli antistaminici? Forse.
Abbiamo visto gli ingredienti di base che contraddistinguono l'album "fatale" di Britney: addentriamoci ora nelle singole tracce.
Si parte con la truzzissima Hold It Against Me, primo estratto, chiassoso e culomovente smasher dubstep - electro, alternante furiosi synth e pacati ritornelli della serie "ci ammazziamo spavaldamente sul cubo, ma non scordiamo di rilassare quà e là i nostri arti inferiori"; la corposa Gasoline galvanizza selvaggiamente i prodi avventori dei club con un chorus martellante; (Drop Dead) Beautiful introduce pulsanti beat, notevoli distorsioni e ci fa conoscere la novellina rapper Sabi, la quale dovrebbe ringraziare zia Britney per il duetto - iniziazione nel music -biz; Till The World Ends stupisce per la quasi infantile "semplicità" e per un mood verosimigliante alla selvaggia Ke$ha (che, infatti, ha contribuito nella stesura del testo).
Proseguiamo col viaggio nel mondo fatale della Britta: I Wanna Go, inutile dirlo, è l'ennesimo club smasher da sabato sera, come pure il bizzarro mix di synth e vocoder in Trouble For Me; ci si addolcisce leggermente con la midtempo Inside Out e la nostalgico-malinconica Trip To Your Heart, quasi una controparte housettaro - romantica dei brani di Gigi d'Agostino.
La tamarra Big Fat Bass (con duetto e produzione di will.i.am) è pura adrenalina e autentica ambrosia per i discotecari più incalliti: c'è chi la bolla di estrema truzzaggine (persino gli spersiani più fanatici), chi la utilizza come Red Bull fai-da-te in casi di estrema emergenza; ebbene, il pezzo scatena come non mai, anche se la pesantezza del vocoder e dei synth elettronici si fa leggermente percepire come estenuante ed esuberante.
La tamarra Big Fat Bass (con duetto e produzione di will.i.am) è pura adrenalina e autentica ambrosia per i discotecari più incalliti: c'è chi la bolla di estrema truzzaggine (persino gli spersiani più fanatici), chi la utilizza come Red Bull fai-da-te in casi di estrema emergenza; ebbene, il pezzo scatena come non mai, anche se la pesantezza del vocoder e dei synth elettronici si fa leggermente percepire come estenuante ed esuberante.
Eppoi, eppoi c'è quella Criminal, vera e propria stand-out track, abdicante le palle fluorescenti: una fievole ballata con tanto di melodico flauto medioevale alla Robin Hood nella foresta di Sherwood.
E' veramente tornata Britney? L'auto-attribuzione di "donna fatale" le potrebbe valere almeno una medaglia di bronzo nella corsa alla #1 in Billboard? Se il successo commerciale pare riconfermato, c'è tuttavia qualcosa che manca alla sedicente femme "figa"-le": una maggiore consapevolezza di entertainer consolidata che dovrebbe, almeno in parte, contribuire concretamente alla stesura e promozione dei suoi progetti, sovrapproduzioni patinate e studiate a tavolino da team managers eccelsi e rigorosi, etichettate, tuttavia, per doverosa inerzia di marketing, alla bionda americana. Ma, dopotutto, il so - called bitch pop non è questo (con alcune eccezioni)?
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