La signorina Minogue può giustamente vantare più di vent'anni di onorata carriera da super popstar internazionale: un cumulo di hits indimenticabili miscelate ad un corpo mozzafiato, sebbene minuto e piccolino, una sensualità da far rodere la più caparbia delle starlette e in più un'insolita tendenza al minimalismo da celebrità, ossia ad un atteggiamento poco provocatorio e molto pacato e lindo. Insomma, una che della cantante pop viziata e capricciosa non ha nulla, una rarità straordinaria all'interno di un panorama mainstream che impone stravaganza, appariscenza e altezzosità spaventose.
L'epopea kyliana è sorta nei lontani eighties sulla pista da ballo e su di essa prosegue tuttora a mietere vittime: da The Locomotion a Cant' Get You Out Of My Head, passando per I Should Be So Lucky, Step Back In Time, Slow, In My Arms, Shocked, All The Lovers, Wow e molte altre ancora, Kylie ha letteralmente dominato la scena dance-pop internazionale, unendo strategicamente un fascino magnetico ad una frizzantissima voglia di divertirsi e muoversi, tendenza "sempreverde" e giammai affievolita.
Il mio amore spasmodico verso Miss Minogue è relativamente recente, sebbene l'apprezzassi e l'ascoltassi ben prima della nascita di questo idillio musical-platonico: l'ascolto in toto di pressoché tutti i suoi lavori in studio ha presto lasciato spazio alla conseguente ricerca di brani "nascosti", di bonus-track, demo, b-sides, ovvero di quelle perle che sono rimaste lontane dalle tracklist, vuoi per le fredde leggi di bieco marketing, vuoi per l'avversione della cantante ad esse nell'inserirle nelle versioni standard ufficiali.
All'inizio questa personale "mission" alla ricerca di tesori nascosti e archivi musicali celati ha riguardato le ultime sessioni, più precisamente quelle di Aphrodite e X, i lavori del comeback post-cancro al seno. Non dico il favoloso florilegio che mi si è dispiegato ai miei padiglioni: ancora oggi mi domando come sia stato possibile che tracce come Carried Away, Cherry Bomb, King Or Queen, Magnetic Electric, Love Love Love, Mighty Rivers, Fall For You, Heartstrings, Rippin' Up The Disco siano state scialbamente abbandonate in ciniche deluxe edition digitali a favore di nicchie di mercato assurdamente paraculate (e qui non rientra il solito Giappone delle tracklist allargate, vedi anche Madonna e compagnia bella).
Un simile "spreco" ha dello sconcertante, soprattutto per la validità, l'orecchiabilità e la bontà dei singoli brani, maledettamente catchy, addirittura dei singoli "mancati" che avrebbero fatto lievitare le vendite degli album di riferimento. Ma passiamo oltre e addentriamoci nelle ere ancora più remote, quelle dei primi anni '00: Body Language, Fever e Light Years. Qui abbiamo una copiosa lista di brani di impatto un po' più limitato e comunque ragguardevoli, trattasi di Boy, Rendezvous At Sunset, Soul On Fire, On The Up, Loving You, Tightrope.
Scaviamo ancora di più del passato, valichiamo per inverso il famigerato periodo Deconstruction di capolavori incompresi indie-style quali Impossible Princess e Kylie Minogue. Qui abbiamo il piacere di assaporare due rari tesori del corredo kyliano, For All I'm Worth e Gotta Move On, brani dance dal sapore squisitamente retrò-jazz lounge, perfette vetrine di quegli anni "sperimentali" e tuttavia poco significativi dal punton di vista delle copie vendute.
Qui si ferma la mia avventura alla ricerca della Kylie Minogue "perduta", la Kylie di canzoni splendide e raffinate, la Kylie di brani sì pop-commerciali, ma con una classe e un brio da far impallidire le Signore del mainstream. Non smetterò naturalmente di proseguire tale ricerca, anche se attualmente il mio iPod già trabocca di simili perle segrete.
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