martedì 7 giugno 2011

La "febbre" del sabato sera di Kylie - Kylie Minogue, Fever



L'apice del successo internazionale di Kylie giunse con questo album. Anzi, pareva che nel 2001 il magnetico e autentico brand vivente della terra dei canguri, attivo da più di un decennio, fosse ancora ignoto ad una consistente fetta di pubblico - soprattutto yankee - che l'aveva un po' snobbata dopo I Should Be So Lucky e The Loco - Motion.
Con le celeberrime Can't Get You Out Of My Head, In Your Eyes, Love At First Sight e Come Into My World, orgoglio imperituro del suo vasto catalogo, Kylie fece temporaneamente breccia nel cuore pseudo - gangsta/black degli americani, poco affini alla sua indiscutibile e scintillante raffinatezza, e lobotomizzati invece dal mix tette/culi/ghetto/sparatorie/bambolone californiane dei vari Snoop Dogg e 50 Cent. 
In Fever Miss Minogue argutamente rimescola nel calderone l'ingrediente sommario e distintivo di Light Years e Spinning Around, pura e autentica dance spensierata e avvolgente, crocevia fra elettronica moderna, pop mainstream, house music e disco retrò. Se Light Years poteva sembrare un esperimento ancora acerbo e fin troppo bonario/infantile per colei che si era fatta un nome nell'underground/alternative con le indie - sperimentazioni di Impossible Princess, Fever compie un deciso balzo in avanti, connubiando con maestria e professionalità il mood adolescenziale - giocherellone disco - inspired del periodo pre Deconstruction (Enjoy Yourself, Rhythm Of Love, Let's Get To It) e la doverosa maturità artistica del nuovo millennio, già estrapolata attraverso le parentesi  elettronico - trip hop - house di Impossible Princess (1997) e Kylie Minogue (1994).
Rimarchevole è, infine, la basicità dell'album, non unicamente sonora: lustrini scarsi e mai orientati al cattivo gusto, immagine essenziale, magnificenza corporea originale e immodificata, sound confezionati ad arte, orpelli e fronzoli pressochè assenti, trasgressione e stravaganza misconosciute... a trionfare dunque la "faraonica" semplicità di un'artista/esteta che ha poco da invidiare a colleghe iper patinate e relativi lavori lanciati in pompa magna con un seguito di stilisti, re di marketing e sedicenti conoscitori assoluti del trend musical-ricreativo.

Considerazioni che investono a rigore la stragrande maggioranza dei brani proposti: More More More agguanta i club sfoderando un beat disco - lounge Nineties inspired frizzante, catchy e dinamico, Fever strizza l'occhiolino alla dance queer - gay allungando tenui synth gioiosi assieme ad una innocente allegria da cartone animato, Fragile profuma di ballad romantica accorpata col vigore festaiolo delle uptempo, la Techno - Dance con spolverate di vocoder in Love Affair sembra far riaffiorare il lavoro di sperimentazione made in William Orbit per l'album Ray Of Light di Madonna (e la doverosa continuazione con Mirwais per il successivo Music), Dancefloor forgia l'autentica e verace atmosfera "party all night" tinteggiata con un vibe alla Waiting For Tonight, mentre Your Love connubia la ricetta danzereccia ad una sorta di country elettronico decisamente più pacato e rilassante. Da menzionare la curiosa e piacevole dialettica unplugged - club nella conclusiva Burning Up e il mood parabolico - sincopato in speed motion di Give It To Me.

Le perle di Fever, i magnum opus dell'album risiedono meritatamente nei singoli estratti: il  capolavoro electro - dance "robotic - glam" Can't Get You Out Of My Head (e relativo videoclip "futurista" - chiappe ballerine in primissimo piano, ndr)successo più lusinghiero e redditizio dell'intero curriculum kyliano, non necessita troppe divagazioni al riguardo, Love At First Sight incorpora languide velleità "scatenatorie" e "pomiciatorie" dal tramonto alle primissime luci mattutine, In Your Eyes (impossibile stare fermi e placiti ai vigorosi e possenti bassi di questo brano) e Come Into My World, ideali prosecuzioni di Spinning Around e On A Night Like This, eccellono nel presentare la valida semplicità delle sonorità clubbesche.

Voglia di divertirsi, di ballare spensieratamente, di esprimere passionalità e amore per la vita e la natura: Fever, Kylie Minogue, semplice, essenziale, senza coloranti e conservanti aggiunti. Via dal ghetto, orsù, cari statunitensi duri e crudi! Accogliete l'australe ninfa della sensualità, aprite le porte al "colibrì" della perfezione fatta a individuo!







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