Eppure, nel bene, nel male o, semplicemente, nel neutro (non Roberts), la Germanotta più famosa del globo ha concretizzato un preciso, coordinato e orchestrato intento: rivoluzionare il Pop, quel mondo mainstream amatodiato, spesso additato come plasticoso e ipocrita, che, ultimamente, non sapeva che pesci pigliare e necessitava d'urgenza una ventata d'aria fresca rigeneratrice.
Con GaGa è giunto un ciclone sovversivo relegante negli angoli più oscuri le matrone ed i principi più autorevoli del Pop internazionale: esplodono siti, fan club, blog, magazine, si innescano patetiche, imbarazzanti, tuttavia spassose, diatribe tra pro - GaGa ed anti- GaGa (sono spesso seguaci della Spears, della Aguilera e, naturalmente, della Queen Madonna a far casino).
Come può essere esplicato empiricamente/sociologicamente un simile ribaltamento musicale/costumistico/d'intrattenimento? Le risposte sono molteplici: lo spostamento del trend positivo verso la truzzaggine dance (e qui Madame GaGa se la gioca di brutto con altri illustri cultori/promotori/distributori del genere musicale in analisi, Guetta e Black Eyed Peas con particolare riguardo), il rinvigorimento del connubio musica/spettacolo/costume il quale, negli ultimi anni, era rimasto nel fortino dei Rappers gangsta tutto muscoli, ghetto, culi e medaglie giganti; è possibile, altresì, un recupero del modello Diva eighties ultrastravagante, sciccosa e festaiola, avente in Madonna il magnum opus dell'epopea in considerazione.
Come può essere esplicato empiricamente/sociologicamente un simile ribaltamento musicale/costumistico/d'intrattenimento? Le risposte sono molteplici: lo spostamento del trend positivo verso la truzzaggine dance (e qui Madame GaGa se la gioca di brutto con altri illustri cultori/promotori/distributori del genere musicale in analisi, Guetta e Black Eyed Peas con particolare riguardo), il rinvigorimento del connubio musica/spettacolo/costume il quale, negli ultimi anni, era rimasto nel fortino dei Rappers gangsta tutto muscoli, ghetto, culi e medaglie giganti; è possibile, altresì, un recupero del modello Diva eighties ultrastravagante, sciccosa e festaiola, avente in Madonna il magnum opus dell'epopea in considerazione.
Altro tassello cruciale riguarda il talento della Germanotta: l'artista in questione scrive, compone, si autoproduce, ritagliandosi una larga fetta di autonomia dell'industria discografica, cose alquanto straordinarie per una semi novellina che sembra aver varcato l'altro ieri i possenti bastioni del music biz internazionale.
Come se non bastasse, la Lady diffida assai di "aiutini" quali playback e congegni elettronico-vocali per il totale rilassamento delle corde vocali, si destreggia dannatamente bene con il pianoforte e monta ad arte spettacolazzi da capogiro (visionare il Monster Ball Tour per ulteriori verifiche). Insomma, una nuova stella brilla nel firmamento delle popstar, luminescenza, in tale frangente, ben più intensa delle dirimpettaie, umiliate e ridimensionate da una giovanotta che manco sapevano chi fosse fino al 2008.
Se con le ancestrali hits, Just Dance e Poker Face, GaGa poteva apparire come l'ennesima Bitch performer senza arte nè parte, (ennesimo pastone imposto dalle major per spillare valanghe di quattrini), giunta la consacrazione con l'EP The Fame Monster, Miss Germanotta dimostra al grande pubblico di non essere l'ultima sgualdrina a caccia di soldi facili, ma di possedere una professionalità ed una poliedricità atipiche per una nuova, sedicente Bitch del mainstream: tour faraonico e teatrale (il citato Monster Ball), videoclip curati, ricchi, stravaganti, eccentrici persino filosofico-ermetici e pseudo - blasfemi (Alejandro), altresì un'istancabilità a dir poco encomiabile. E' lei stessa, Lady GaGa, a voler girare repentinamente il globo in lungo in largo, da un palcoscenico ad uno studio di registrazione, da un prestigioso set fotografico ad un concerto di beneficenza, tutto finalizzato all'esportazione massiccia del verbo Germanotta negli anfratti più sconosciuti della Terra. E, per la rabbia dei detrattori, ci sta riuscendo.
Tra milioni di copie vendute, social networks e blog infuocati, concerti sold out e le riviste musicali più autorevoli schierate a sua difesa, non mancano coloro che si oppongono fermamente all'onnipervasiva ascesa di GaGa.
In primis, i seguaci di artisti, a detta loro, umiliati e ridimensionati dal ciclone Lady: vi è chi l'accusa per i flop di Christina Aguilera, chi per le malelingue rivolte a Britney Spears... Insomma, GaGa offuscherebbe i talenti altrui, relegando in secondo piano lavori e progetti dei colleghi/e; per giunta, sarebbero proprio i Germanottiani più incalliti a denigrare tutto ciò che è alieno dalla loro beniamina, disprezzando, ad esempio, la veterana Spears, quasi divenuta la perfetta nemesi di Mother Monster. E', difatti, il conflitto GaGa - Britney a divampare con maggiore accanimento: con i loro ultimissimi lavori a contendersi i primi posti nelle charts, la faccenda va ulteriormente peggiorandosi.
Il vero casus belli tra Little Monsters ed anti-GaGa risiede, tuttavia, nel rapporto tra Miss Germanotta e Madonna. Che GaGa sia discendente del Madonna style, patrimonio immateriale del Pop contemporaneo, è assolutamente innegabile: movenze, melodie, mode, medesime tecniche di trasformismo eccentrico, scandaletti argutamente architettati..., ovunque viene celebrata e osannata la Regina del Pop. Nondimeno, a differenza di altre sedicenti eredi del talento cicconiano (che, comunque, mai e poi mai potrà essere replicato nella sua interezza e purezza), la Lady si ispira direttamente alla sua "superiore" e lo ammette in pubblico con spavalda scioltezza e serena tranquillità. Lady GaGa non è la nuova Madonna, nè diverrà in un futuro prossimo/lontano il clone esatto della Queen: ella rappresenta, invece, la personalità in ambito di entertainment dierno che attinge linfa madonnesca più di una Britney o di una Aguilera, riproponendo quasi integralmente ed in versione rivista-corretta la lezione impartita da Madame Ciccone a cominciare dal lontano 1982.
Questo, comunque, non fornisce alcuna graduatoria/gerarchia di cantanti e artisti/e: ogni performer possiede il suo talento, il suo fan base ed il suo personale percorso creativo, elementi che mai dovrebbero cozzare con gli analoghi altrui. Sono, all'opposto, fan attaccabrighe e seguaci bellicosi ad ingaggiare aspre lotte per decretare un "migliore", un "super partes", neanche vestissero i panni di managers musicali al tavolo delle majors: senza dover disegnare il modello di giusto "fan", obiettivo e discreto, occorrerebbe semplicemente che queste ridicole diatribe cessassero del tutto. Purtroppo siamo lungi dal trovare una benchè minima quiete duratura.
Dopo tutto questo popò di introduzione a scopo "contestuale", passiamo in rassegna il nuovo singolo della nostra GaGa, Born This Way, primo estratto dall'omonimo album.
Senza soluzione di continuità con i riscontri commerciali passati, il pezzo ha trionfato pressochè in tutte le charts: su iTunes ha polverizzato qualsiasi record di vendita, scalando le charts digitali in poco meno di sei ore dalla premiere ufficiale e tagliando il traguardo del milione di download legali in appena cinque giorni. Successo che, peraltro, si sta mostrando assai duraturo in quanto le top ten di mezzo mondo vedono il brano resistere tenacemente tra gli assalti di Jennifer Lopez, Adele, Rihanna e Katy Perry.
A prescindere dalle vendite, benchè assai ragguardevoli, Born This Way ha suscitato diverse critiche, serpeggiate in particolar modo tra i Madonnari e gli Anti - GaGa più incalliti, i quali hanno fiutato odor di polemica per ribadire nuovamente il loro acerrimo e perenne odio.
Il motivo di questi dibattiti risiede nella sedicente somiglianza tra il singolo in analisi ed Express Yourself, uno dei cavalli di battaglia della Queen of Pop; innanzitutto, l'argomento proposto (l'inno all'autoconsapevolezza del sè come individuo libero, autorizzato a mostrare con orgoglio e coraggio i suoi gusti, le sue tendenze, opinioni, idee, sessualità, senza essere minimamente influenzato dalle barriere morali e materiali del bigottismo ipocrita), patrimonio della filosofia madonnesca da immemore tempo; in secondo luogo, la medesima base musicale, forse un po' troppo verosimigliante alla hit del 1989. Plagio o non plagio? Difficile affermarlo con certezza. Quel che importa è che il conflitto originalità - copiatura è perdurato sul web in modo massiccio e duraturo. Una battaglia così intensa che, il giorno stesso della release di Born This Way, il trend di discussione su Twitter era assurdamente Express Yourself. Che dire,poi, della ricerca semplificata di Google "Born This Way Express Yourself" ?
Tutto questo brulicare di critiche, attacchi, diffide e invocazioni al flop, hanno sortito, in termini di copie vendute, l'effetto opposto, nonostante l'attuazione di un Express Yourself Dowload Day proposto dai Madonnari veri e puri affinchè il brano della regina potesse sbancare iTunes dopo quasi 22 anni, sconfiggere la rea canzone e vendicare l'affronto subito.
Born This Way anticipa il nuovo album di GaGa, declamato da lei medesima, dai collaboratori e dai main producers come il capolavoro della decade 2010 - 2020. Un'affermazione preliminare forse un po' troppo azzardata (considerando anche l'ancora breve soggiorno della Lady nel music biz), ma che infonde pure un pizzico di aspettativa persino negli appreciaters più silenziosi.
Con The Fame e The Fame Monster, GaGa si era addentrata, solitaria, nel luminescente/oscuro mondo dello spettacolo e della notorietà, mescolando dapprima l'ottimismo e la gaiezza profusi dall'essere membro effettivo dello star system, poi il lato dark e maligno dello superstardom, composto da paure, terrori, orrori, rinunce, malignità e scelte efferrate. Se Poker Face introduceva una maitresse GaGa occupata tra il gioco d'azzardo e amanti/avventori, con Bad Romance, Telephone e Dance In The Dark la scavata nel profondo intimo si fa più decisa e convicente.
Con estrema probabilità, il percorso di redenzione/punizione/riflessione battuto da Miss Germanotta proseguirà con questo nuovissimo, atteso lavoro. Born This Way rappresenta la summa della filosofia libertina/liberale/reazionaria dell'artista: ognuno è un microcosmo a se stante, posizionato accanto a molte, piccole, analoghe realtà; tutti posseggono il diritto di celebrare senza vergogna e pudore la loro essenza umana. "A different love is not a sin", canta GaGa, assolutamente convinta dell'amore universale che travalica qualsiasi etichetta, ripudiante barriere, imposizioni e convenzioni. Amare significa camminare sulla "right way", che tutti noi siamo in grado di tracciare e seguire senza il terrore della frontiera e del confine.
Mother Monster si prodiga, altresì, di esplicare concretamente il suo concetto, comprensibile da tutti, ma non sempre fonte di accettazione unanime: il video di Born This Way, minifilm ricalcante la tecnica drammatico/ eloquente dei precedenti Telephone e Alejandro, comincia con l'aspra lotta cosmica Male/Bene; dalla sconfitta dell'Evil nascerà una nuova razza umana, scevra di malvagi propositi e pregiudizi insiti nella loro psiche. Danzando freneticamente e intrattenendosi con Zombie Boy (Rick Genest), GaGa abbandona gli ancestrali vincoli dell'Uomo maligno, lasciandosi andare nella sublime verve della libertà e dell'indipendenza personale. Insomma, plagio o non plagio, scandalo efferrato o frivola trasgressione, Lady GaGa torna a calcare il labile palco del music biz, sconvolgendo tutti coloro che ipotizzano un suo ritiro/insuccesso/passo falso e devono umilmente arretrare nelle loro congetture.
In attesa di scoprire cosa significheranno per il mondo dell'intrattenimento l'uscita dell nuovo album e del prossimo singolo Judas, godiamoci senza troppe polemiche il ritorno (??) del fenomeno GaGa.
Come se non bastasse, la Lady diffida assai di "aiutini" quali playback e congegni elettronico-vocali per il totale rilassamento delle corde vocali, si destreggia dannatamente bene con il pianoforte e monta ad arte spettacolazzi da capogiro (visionare il Monster Ball Tour per ulteriori verifiche). Insomma, una nuova stella brilla nel firmamento delle popstar, luminescenza, in tale frangente, ben più intensa delle dirimpettaie, umiliate e ridimensionate da una giovanotta che manco sapevano chi fosse fino al 2008.
Se con le ancestrali hits, Just Dance e Poker Face, GaGa poteva apparire come l'ennesima Bitch performer senza arte nè parte, (ennesimo pastone imposto dalle major per spillare valanghe di quattrini), giunta la consacrazione con l'EP The Fame Monster, Miss Germanotta dimostra al grande pubblico di non essere l'ultima sgualdrina a caccia di soldi facili, ma di possedere una professionalità ed una poliedricità atipiche per una nuova, sedicente Bitch del mainstream: tour faraonico e teatrale (il citato Monster Ball), videoclip curati, ricchi, stravaganti, eccentrici persino filosofico-ermetici e pseudo - blasfemi (Alejandro), altresì un'istancabilità a dir poco encomiabile. E' lei stessa, Lady GaGa, a voler girare repentinamente il globo in lungo in largo, da un palcoscenico ad uno studio di registrazione, da un prestigioso set fotografico ad un concerto di beneficenza, tutto finalizzato all'esportazione massiccia del verbo Germanotta negli anfratti più sconosciuti della Terra. E, per la rabbia dei detrattori, ci sta riuscendo.
Tra milioni di copie vendute, social networks e blog infuocati, concerti sold out e le riviste musicali più autorevoli schierate a sua difesa, non mancano coloro che si oppongono fermamente all'onnipervasiva ascesa di GaGa.
In primis, i seguaci di artisti, a detta loro, umiliati e ridimensionati dal ciclone Lady: vi è chi l'accusa per i flop di Christina Aguilera, chi per le malelingue rivolte a Britney Spears... Insomma, GaGa offuscherebbe i talenti altrui, relegando in secondo piano lavori e progetti dei colleghi/e; per giunta, sarebbero proprio i Germanottiani più incalliti a denigrare tutto ciò che è alieno dalla loro beniamina, disprezzando, ad esempio, la veterana Spears, quasi divenuta la perfetta nemesi di Mother Monster. E', difatti, il conflitto GaGa - Britney a divampare con maggiore accanimento: con i loro ultimissimi lavori a contendersi i primi posti nelle charts, la faccenda va ulteriormente peggiorandosi.
Il vero casus belli tra Little Monsters ed anti-GaGa risiede, tuttavia, nel rapporto tra Miss Germanotta e Madonna. Che GaGa sia discendente del Madonna style, patrimonio immateriale del Pop contemporaneo, è assolutamente innegabile: movenze, melodie, mode, medesime tecniche di trasformismo eccentrico, scandaletti argutamente architettati..., ovunque viene celebrata e osannata la Regina del Pop. Nondimeno, a differenza di altre sedicenti eredi del talento cicconiano (che, comunque, mai e poi mai potrà essere replicato nella sua interezza e purezza), la Lady si ispira direttamente alla sua "superiore" e lo ammette in pubblico con spavalda scioltezza e serena tranquillità. Lady GaGa non è la nuova Madonna, nè diverrà in un futuro prossimo/lontano il clone esatto della Queen: ella rappresenta, invece, la personalità in ambito di entertainment dierno che attinge linfa madonnesca più di una Britney o di una Aguilera, riproponendo quasi integralmente ed in versione rivista-corretta la lezione impartita da Madame Ciccone a cominciare dal lontano 1982.
Questo, comunque, non fornisce alcuna graduatoria/gerarchia di cantanti e artisti/e: ogni performer possiede il suo talento, il suo fan base ed il suo personale percorso creativo, elementi che mai dovrebbero cozzare con gli analoghi altrui. Sono, all'opposto, fan attaccabrighe e seguaci bellicosi ad ingaggiare aspre lotte per decretare un "migliore", un "super partes", neanche vestissero i panni di managers musicali al tavolo delle majors: senza dover disegnare il modello di giusto "fan", obiettivo e discreto, occorrerebbe semplicemente che queste ridicole diatribe cessassero del tutto. Purtroppo siamo lungi dal trovare una benchè minima quiete duratura.
Dopo tutto questo popò di introduzione a scopo "contestuale", passiamo in rassegna il nuovo singolo della nostra GaGa, Born This Way, primo estratto dall'omonimo album.
Senza soluzione di continuità con i riscontri commerciali passati, il pezzo ha trionfato pressochè in tutte le charts: su iTunes ha polverizzato qualsiasi record di vendita, scalando le charts digitali in poco meno di sei ore dalla premiere ufficiale e tagliando il traguardo del milione di download legali in appena cinque giorni. Successo che, peraltro, si sta mostrando assai duraturo in quanto le top ten di mezzo mondo vedono il brano resistere tenacemente tra gli assalti di Jennifer Lopez, Adele, Rihanna e Katy Perry.
A prescindere dalle vendite, benchè assai ragguardevoli, Born This Way ha suscitato diverse critiche, serpeggiate in particolar modo tra i Madonnari e gli Anti - GaGa più incalliti, i quali hanno fiutato odor di polemica per ribadire nuovamente il loro acerrimo e perenne odio.
Il motivo di questi dibattiti risiede nella sedicente somiglianza tra il singolo in analisi ed Express Yourself, uno dei cavalli di battaglia della Queen of Pop; innanzitutto, l'argomento proposto (l'inno all'autoconsapevolezza del sè come individuo libero, autorizzato a mostrare con orgoglio e coraggio i suoi gusti, le sue tendenze, opinioni, idee, sessualità, senza essere minimamente influenzato dalle barriere morali e materiali del bigottismo ipocrita), patrimonio della filosofia madonnesca da immemore tempo; in secondo luogo, la medesima base musicale, forse un po' troppo verosimigliante alla hit del 1989. Plagio o non plagio? Difficile affermarlo con certezza. Quel che importa è che il conflitto originalità - copiatura è perdurato sul web in modo massiccio e duraturo. Una battaglia così intensa che, il giorno stesso della release di Born This Way, il trend di discussione su Twitter era assurdamente Express Yourself. Che dire,poi, della ricerca semplificata di Google "Born This Way Express Yourself" ?
Tutto questo brulicare di critiche, attacchi, diffide e invocazioni al flop, hanno sortito, in termini di copie vendute, l'effetto opposto, nonostante l'attuazione di un Express Yourself Dowload Day proposto dai Madonnari veri e puri affinchè il brano della regina potesse sbancare iTunes dopo quasi 22 anni, sconfiggere la rea canzone e vendicare l'affronto subito.
Born This Way anticipa il nuovo album di GaGa, declamato da lei medesima, dai collaboratori e dai main producers come il capolavoro della decade 2010 - 2020. Un'affermazione preliminare forse un po' troppo azzardata (considerando anche l'ancora breve soggiorno della Lady nel music biz), ma che infonde pure un pizzico di aspettativa persino negli appreciaters più silenziosi.
Con The Fame e The Fame Monster, GaGa si era addentrata, solitaria, nel luminescente/oscuro mondo dello spettacolo e della notorietà, mescolando dapprima l'ottimismo e la gaiezza profusi dall'essere membro effettivo dello star system, poi il lato dark e maligno dello superstardom, composto da paure, terrori, orrori, rinunce, malignità e scelte efferrate. Se Poker Face introduceva una maitresse GaGa occupata tra il gioco d'azzardo e amanti/avventori, con Bad Romance, Telephone e Dance In The Dark la scavata nel profondo intimo si fa più decisa e convicente.
Con estrema probabilità, il percorso di redenzione/punizione/riflessione battuto da Miss Germanotta proseguirà con questo nuovissimo, atteso lavoro. Born This Way rappresenta la summa della filosofia libertina/liberale/reazionaria dell'artista: ognuno è un microcosmo a se stante, posizionato accanto a molte, piccole, analoghe realtà; tutti posseggono il diritto di celebrare senza vergogna e pudore la loro essenza umana. "A different love is not a sin", canta GaGa, assolutamente convinta dell'amore universale che travalica qualsiasi etichetta, ripudiante barriere, imposizioni e convenzioni. Amare significa camminare sulla "right way", che tutti noi siamo in grado di tracciare e seguire senza il terrore della frontiera e del confine.
Mother Monster si prodiga, altresì, di esplicare concretamente il suo concetto, comprensibile da tutti, ma non sempre fonte di accettazione unanime: il video di Born This Way, minifilm ricalcante la tecnica drammatico/ eloquente dei precedenti Telephone e Alejandro, comincia con l'aspra lotta cosmica Male/Bene; dalla sconfitta dell'Evil nascerà una nuova razza umana, scevra di malvagi propositi e pregiudizi insiti nella loro psiche. Danzando freneticamente e intrattenendosi con Zombie Boy (Rick Genest), GaGa abbandona gli ancestrali vincoli dell'Uomo maligno, lasciandosi andare nella sublime verve della libertà e dell'indipendenza personale. Insomma, plagio o non plagio, scandalo efferrato o frivola trasgressione, Lady GaGa torna a calcare il labile palco del music biz, sconvolgendo tutti coloro che ipotizzano un suo ritiro/insuccesso/passo falso e devono umilmente arretrare nelle loro congetture.
In attesa di scoprire cosa significheranno per il mondo dell'intrattenimento l'uscita dell nuovo album e del prossimo singolo Judas, godiamoci senza troppe polemiche il ritorno (??) del fenomeno GaGa.
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